Editoriale di don Riccardo

Questo è il versetto che stavano commentando le ragazze e i ragazzi nel loro incontro di catechismo, in uno dei nostri oratori.
E in fondo se ci pensiamo è proprio questo il centro della nostra vita di donne e uomini (prima) e credenti (poi)!
Mi sono intrattenuto volentieri con i ragazzi e mi sono reso conto di quanta lucidità e sensibilità sono già capaci nonostante la loro giovane età. È proprio vero le generazioni sono cambiate!
I nostri ragazzi hanno ben chiaro che il nostro modo di vivere non è più sostenibile, si accorgono con incredibile lucidità di quante parole e atteggiamenti “staccano” fisicamente il ramo dalla pianta uccidendolo. Credo che i più giovani stiano innalzando un grido molto silenzioso rivolto al mondo adulto, che ci dice: «Insegnateci a non guardare solo a noi stessi!!!»
C’è bisogno di infondere fiducia nel presente e nel futuro, c’è bisogno di testimoniare che non dobbiamo realizzare noi stessi a scapito degli altri! C’è urgenza di ribadire che bisogna generare vita piuttosto che sospetto e favorire una conoscenza personale che non si da mai senza gli altri!
I recenti fatti di cronaca nera, che tanto ci colpiscono, si inseriscono in un quadro di instabilità sociale e politica a livello internazionale. Ecco che però siamo invitati, dai nostri figli, dai nostri ragazzi e dai nostri conoscenti ad accorgerci di quello che avviene soprattutto in noi e in loro. A tutti i livelli si rivendica una mancanza di umanità e una mancanza di vicinanza: cosa posso fare io? Cosa possiamo fare noi? Forse, ricordarci del versetto iniziale e dedicare più tempo a nutrire tutti i “rami” delle nostre relazioni così fitte! 
«Cosa succede, ragazzi, se si stacca il ramo dalla pianta?»
«Don, … il ramo muore!» 
Già … Si muore nel fallimento, nell’autocondanna e nella tristezza, magari guardando negli occhi chi ti ha insegnato che dovevi farcela da solo con le tue forze per essere qualcuno nella vita!!!

 

Esci Home